Il settore bancario italiano |
Il settore bancario italiano Il settore bancario italiano rimane molto regolamentato e ha accumulato un ritardo evidente per quanto riguarda la propria organizzazione e la modernizzazione, orientando principalmente lo sviluppo sul mercato interiore. Inoltre, il settore bancario italiano è rimasto a lungo, un settore protteto dallo, che rifiutava di aprirsi alla concorrenza. L'azionariato delle banche italiane è segnato dalla presenza significativa di fondazioni (il 15% del totale) e anche dall'importanza delle partecipazioni incrocciate che non facilitano i movimenti di ristrutturazione del proprio settore bancario. Nonostante alcuni dei movimenti recenti, quali la presa di controllodi HBV dalla Unicredit, di Antoveneta da ABN Ambro, di BNL da BNP Paribas, segnano l'inizio di una fase di riorganizzazione iniziata con l'estero. Fra il 1998 e il 2002, si assiste a una prima serie di fusione-acquisizione al livello nazionale.
L'ampiezza di queste fusioni-acquisizioni ha influenzato la borsa in modo positivo. A partire dal 2005, l'Italia ha conoscuito una seconda fase di fusioni acquisizioni, questa volta a livello europeo. Le due acquisizioni transnazionali ossia riacquisto d'Antoveneta da ABN Ambro e di BNL da BNP Paribas) hanno rinforzato la presenza di banche straniere sul territorio italiano. Sono state di grandissima ampiezza: 6miliardi di euro per il riacquisto del 70% dei titoli ancora detenuti da Antoveneta e circa 10,8 miliardi di euro per il riqacquisto della totalità dei titoli di BNL da BNP Paribas. Prima, le presenza straniera era limitata alla Deutsche Bank Italia (circa 250 sportelli e un attivo totae di 20 miliardi di euro).
Il settore bancario italiano è molto frammentato e composto di un numero troppo elevato di banquieri. Soffre di un ritardo su alcuni prodotti finanziari quali il creditto alla consommazione, il livello di bancarizzazione, le assicurazioni vità. A partire dalla fine degli anni 90, si è assistito a una forte espansione della rete di sportelli. Infatti, fra il 1995 e il 2005, il numero di agenzie bancarie è aumentato del 40%. Di conseguanza, ha seguito l'aumento del livello di bancarizzazione della popolazione e del numero di conti bancari. Tra il 1998 e il 2006, l'incorri dei prestiti bancari aumna del 84% (si può notare che il Crédit Agricole e BNP Paribas si sono fortemente posizionate su questi segmenti di mercato).
Questi differenti raggrupamenti lasciano suppore la crescita delle attivité di banca di investimento e dinamizzare i mercati finanziari, necessari per l'affirmazione della competitività italiana sul mercato europeo e poi mondiale. La mano straniera è molto presente nel settore bancario italiano ed è uno dei problemi principali del settore è che ne la borsa, ne il mercato hanno saputo imporsi come prima fonte di finanziamento per le imprese. Azionariato delle principali banche italiane.
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